


Ciao amici! Autunno, come sapete, non significa solo primi freddi o foglie che cadono, ma anche e soprattutto grossissime scorpacciate di castagne. La conoscete la storia di questo dolcissimo frutto? E la sua origine? Preparatevi, perché quella di oggi sarà una lezione molto “appetitosa”. Siete pronti?
Aspetto e dimensioni
Il castagno è una delle specie arboree più diffuse sul territorio italiano. Con i suoi 35 metri di altezza, la chioma rotondeggiante e il tronco possente (6 metri di diametro), è caratterizzato da un portamento imponente.
La corteccia degli individui giovani è sottile, liscia e di colore bruno-rossastro; con la maturità dell’individuo (di solito dopo i 20 anni) essa si inspessisce, si screpola e diventa bruno-grigiastra. Le foglie sono alterne, con una lamina lunga fino a 20 cm e larga fino a 6 cm. La forma è lanceolata, acuminata all’apice e seghettata nel margine. La pagina superiore è di colore più scuro rispetto a quella inferiore.


Clima e geografia
Nella regione mediterranea il castagno si può trovare a diverse altitudini, dal livello del mare fino ad oltre i 1000 m. Predilige sia la stagione secca e breve, che quella con precipitazioni medie superiori ai 600 mm.
Il castagno cresce in territori collinari, spesso in concomitanza con altre specie (ad esempio leccio e carpino) formando estesi boschi. A fronte delle moderate esigenze climatiche, notevoli sono quelle pedologiche: la sua distribuzione è quindi strettamente correlata alla geologia del territorio.
Sotto l’aspetto chimico e nutritivo, la specie predilige i terreni ben dotati di potassio, fosforo e humus.
Riproduzione
Il castagno è un albero monoico, ovvero presenta i fiori maschili e femminili sulla stessa pianta. I fiori maschili sono lunghi fino a 20 cm, sono di colore verde e diventano bianchi a maturazione; quelli femminili, invece, hanno un pigmento giallo-marrone e sono raggruppati in infiorescenze, che a loro volta contengono tre fiori protetti da un involucro, la cupola. Ad impollinazione avvenuta, la cupola darà origine ad un involucro spinoso, detto riccio, che racchiude il frutto. Il riccio si presenta prima verde e sigillato, poi, a maturità, diventa marrone e si apre per permettere la fuoriuscita dei frutti.
La fioritura avviene a giugno.

La castagna
Il frutto, la castagna, è un achenio con buccia liscia e marrone (pericarpo); la forma è più o meno globosa, con un lato appiattito, detto pancia, e uno convesso, detto dorso. Il polo apicale termina in un piccolo prolungamento frangiato, la torcia, mentre il polo prossimale, ilo, si presenta leggermente appiattito e di colore grigiastro (cicatrice). Ogni riccio racchiude in media da una a tre castagne. La fruttificazione avviene tra settembre e ottobre.
Patologie
Le malattie più diffuse e pericolose per il castagno sono il “cancro della corteccia” e il “mal dell’inchiostro”, causate da funghi. La prima porta necrosi della corteccia, mentre la seconda l’annerimento delle radici e dei tessuti di cambio del fusto.
Molto dannose sono anche le infestazioni causate dalle vespe del castagno (cinipide del castagno), che provocano la comparsa di ingrossamenti tondeggianti (galle) sui germogli e le foglie.
Ciao amici! Autunno, come sapete, non significa solo primi freddi o foglie che cadono, ma anche e soprattutto grossissime scorpacciate di castagne. La conoscete la storia di questo dolcissimo frutto? E la sua origine? Preparatevi, perché quella di oggi sarà una lezione molto “appetitosa”. Siete pronti?
Aspetto e dimensioni
Il castagno è una delle specie arboree più diffuse sul territorio italiano. Con i suoi 35 metri di altezza, la chioma rotondeggiante e il tronco possente (6 metri di diametro), è caratterizzato da un portamento imponente.
La corteccia degli individui giovani è sottile, liscia e di colore bruno-rossastro; con la maturità dell’individuo (di solito dopo i 20 anni) essa si inspessisce, si screpola e diventa bruno-grigiastra. Le foglie sono alterne, con una lamina lunga fino a 20 cm e larga fino a 6 cm. La forma è lanceolata, acuminata all’apice e seghettata nel margine. La pagina superiore è di colore più scuro rispetto a quella inferiore.


Clima e geografia
Nella regione mediterranea il castagno si può trovare a diverse altitudini, dal livello del mare fino ad oltre i 1000 m. Predilige sia la stagione secca e breve, che quella con precipitazioni medie superiori ai 600 mm.
Il castagno cresce in territori collinari, spesso in concomitanza con altre specie (ad esempio leccio e carpino) formando estesi boschi. A fronte delle moderate esigenze climatiche, notevoli sono quelle pedologiche: la sua distribuzione è quindi strettamente correlata alla geologia del territorio.
Sotto l’aspetto chimico e nutritivo, la specie predilige i terreni ben dotati di potassio, fosforo e humus.
Riproduzione
Il castagno è un albero monoico, ovvero presenta i fiori maschili e femminili sulla stessa pianta. I fiori maschili sono lunghi fino a 20 cm, sono di colore verde e diventano bianchi a maturazione; quelli femminili, invece, hanno un pigmento giallo-marrone e sono raggruppati in infiorescenze, che a loro volta contengono tre fiori protetti da un involucro, la cupola. Ad impollinazione avvenuta, la cupola darà origine ad un involucro spinoso, detto riccio, che racchiude il frutto. Il riccio si presenta prima verde e sigillato, poi, a maturità, diventa marrone e si apre per permettere la fuoriuscita dei frutti.
La fioritura avviene a giugno.

I fiori del castagno (maschile “a” e femminile “b”)
- Ingiallimento e caduta:
Quando l’intensità e la presenza di luce solare iniziano a diminuire rispetto all’estate, le piante rallentano la loro produzione di clorofilla (pigmento che rende le foglie verdi) finché, piano piano, non la interrompono del tutto. A quel punto le sostanze contenute nelle foglie (zuccheri) vengono trasportate verso il tronco e le radici come riserve nutritive per la stagione fredda. I colori giallo, rosso e arancio sono dovuti a pigmenti come carotenoidi e antociani, che durante la maggior parte dell’anno sono mascherati da grandi quantità di clorofilla. Una volta che le foglie sono ingiallite e hanno trasferito tutte le sostanze nutritive nelle parti permanenti della pianta, un processo ormonale molto complesso causa la caduta delle stesse (abscissione fogliare). Una volta avvenuta l’abscissione, nel punto in cui poggiava il picciolo della foglia viene depositato un piccolo strato coriaceo che crea un vero e proprio tappo. Questo serve ad evitare infezioni nello strato interno ora esposto ai fattori ambientali e ai microbi; esattamente come succede a noi animali quando ci feriamo e le piastrine creano una ‘crosticina’ che cade una volta formato il nuovo strato di pelle.
L’ingiallimento e la successiva caduta delle foglie è una strategia messa in atto dalle stesse piante per proteggersi dal freddo e superare al meglio l’inverno.


La castagna
Il frutto, la castagna, è un achenio con buccia liscia e marrone (pericarpo); la forma è più o meno globosa, con un lato appiattito, detto pancia, e uno convesso, detto dorso. Il polo apicale termina in un piccolo prolungamento frangiato, la torcia, mentre il polo prossimale, ilo, si presenta leggermente appiattito e di colore grigiastro (cicatrice). Ogni riccio racchiude in media da una a tre castagne. La fruttificazione avviene tra settembre e ottobre.

“C’è un frutto rotondetto,
di farina ha un sacchetto:
se la mangi non si lagna,
questo frutto è la castagna…”
come finirà questa filastrocca?
Scoprilo assieme a noi la prossima settimana.

