Ciao amici, sono Egidione. L’estate è finita e settembre è passato. Questo mese, ogni anno, segna non solo l’inizio delle attività scolastiche, ma anche di una delle stagioni più affascinanti e misteriose che esistano: l’autunno. Perché, come sapete, il nostro anno solare è composta da 12 mesi che vengono convenzionalmente raggruppati in gruppi da tre chiamati, appunto, stagioni. La mia nuova rubrica Conoscere le stagioni vuole aiutarvi ad approfondire gli aspetti principali di ogni singola stagione, per provare a capire, insieme, cosa accade a vegetali, piante e animali quando è estate, autunno, inverno o primavera. Siete pronti per questo nuova avventura?
Cosa significa:
Il nome autunno deriva dal latino augere (aumentare, arricchire) e indica una stagione ricca di frutta e verdura.
Quando:
Nell’emisfero boreale l’autunno ha inizio il 22 settembre (equinozio autunnale: giorno in cui le ore di luce e di buio sono uguali) e termina il 21 dicembre (solstizio invernale: giorno dell’anno con meno ore di luce).
Una importante fonte di cibo
In autunno maturano verdure e frutti ottimi da mangiare, conservare e trasformare. Tra i principali frutti si trovano arance, mandarini, pere, mele, melograno e uva. Le verdure più diffuse sono invece patate, zucca, carciofi, finocchi, cavoli, spinaci e broccoli.
Anche il bosco si riempie di cibo che viene condiviso tra gli animali e gli uomini che passeggiano sui sentieri. Le castagne sono sicuramente quelle più numerose, ma ad accompagnarle troviamo sorbe e corniole, tra i frutti più succulenti e prelibati.
Non possono mancare all’appello i funghi, per i quali bisogna sempre ricordare: “Non toccare se non conosciamo!!!”
Piante e foglie
L’autunno è caratterizzato dall’interruzione della produzione fogliare. Nelle sempreverdi le foglie mature vengono mantenute senza che ne vengano prodotte di nuove.
Mentre per le caducifoglie (e si può intuire già dal nome), non solo si blocca la produzione di foglie nuove, ma quelle mature cambiano colore e cadono dai rami. Proviamo a capire cosa accade più nello specifico:
- Ingiallimento e caduta:
Quando l’intensità e la presenza di luce solare iniziano a diminuire rispetto all’estate, le piante rallentano la loro produzione di clorofilla (pigmento che rende le foglie verdi) finché, piano piano, non la interrompono del tutto. A quel punto le sostanze contenute nelle foglie (zuccheri) vengono trasportate verso il tronco e le radici come riserve nutritive per la stagione fredda. I colori giallo, rosso e arancio sono dovuti a pigmenti come carotenoidi e antociani, che durante la maggior parte dell’anno sono mascherati da grandi quantità di clorofilla. Una volta che le foglie sono ingiallite e hanno trasferito tutte le sostanze nutritive nelle parti permanenti della pianta, un processo ormonale molto complesso causa la caduta delle stesse (abscissione fogliare). Una volta avvenuta l’abscissione, nel punto in cui poggiava il picciolo della foglia viene depositato un piccolo strato coriaceo che crea un vero e proprio tappo. Questo serve ad evitare infezioni nello strato interno ora esposto ai fattori ambientali e ai microbi; esattamente come succede a noi animali quando ci feriamo e le piastrine creano una ‘crosticina’ che cade una volta formato il nuovo strato di pelle.
L’ingiallimento e la successiva caduta delle foglie è una strategia messa in atto dalle stesse piante per proteggersi dal freddo e superare al meglio l’inverno.
Animali
Come per le piante, in autunno anche gli animali si preparano per affrontare al meglio la stagione invernale alle porte. Quelli che non migrano verso luoghi più miti (per esempio rondine, falco e poiana), infatti, si rifugiano nei nidi e nelle tane da loro costruiti, con all’interno le scorte di cibo che gli permetteranno di accumulare massa grassa per stare al caldo. Molti di loro (per esempio ghiri, tartarughe e ricci) affronteranno l’inverno in letargo nelle proprie tane per poi tornare attivi ai primi raggi di sole primaverili.